Fonte immagine: Pixabay
Il legame fra problemi, algoritmi, motori di ricerca e ricerche online
Da una parte abbiamo i problemi, che rappresentano le sfide da risolvere, mentre dall’altra abbiamo gli algoritmi, che sono sequenze di istruzioni progettate per affrontarli in modo sistematico.
Con l’avvento dei computer, di Internet e dei motori di ricerca, il modo in cui affrontiamo la ricerca e l’elaborazione delle informazioni è cambiato radicalmente.
I motori di ricerca sono sistemi che analizzano e organizzano grandi quantità di dati, restituendo agli utenti risultati pertinenti in base alle loro richieste.
Per farlo, utilizzano software specializzati, tra cui i crawler, che esplorano il web raccogliendo e classificando i contenuti delle pagine accessibili.
Quando un utente effettua una ricerca, il motore di ricerca elabora la richiesta e fornisce un elenco di risultati, selezionati con l’obiettivo di rispondere nel modo più accurato possibile all’intento di ricerca dell’utente.
I motori di ricerca risolvono problemi dando soluzioni
I motori di ricerca hanno l’obiettivo di fornire i risultati più pertinenti alle richieste degli utenti, selezionando e classificando l’enorme quantità di informazioni disponibili online.
Il loro scopo principale è individuare la risposta più precisa in base all’intento di ricerca.
Il lavoro dei motori di ricerca è quindi risolvere problemi, domande, dubbi, richieste, e così via: dare la soluzione migliore possibile all’intento di ricerca dell’utente.
Quando si pone una domanda ad un motore di ricerca, il motore analizza la richiesta e restituisce una serie di risultati nella SERP (Search Engine Results Page), scelti in base alla loro rilevanza rispetto all’input fornito.
Questo processo si basa sull’analisi e sulla classificazione preventiva dei contenuti.
Anche se il futuro della ricerca online è in continua evoluzione, il principio che delinea l’obiettivo finale rimane sempre lo stesso: offrire risposte il più possibile precise e utili.
I motori di ricerca sono un “dialogo” fra input, black box, e output
Un aspetto sorprendente dei motori di ricerca è la loro capacità di andare oltre la semplice classificazione dei documenti web analizzati dai crawler.
I motori di ricerca moderni cercano di valutare il livello di soddisfazione rispetto ai risultati forniti: spesso i motori di ricerca “fanno autocritica”, o per dirlo in altre parole, i motori di ricerca “si mettono in discussione”.
Algoritmi in grado di migliorare altri algoritmi.
In altre parole, icludono dei sistemi di apprendimento automatico, che consentono un’evoluzione continua dei criteri di ricerca e della relativa opera di classificazione dei risultati.
Il motore di ricerca, in un certo senso, è “un dialogo” che porta risposte e aiuta a dare risposte: un dialogo che si svolge fra input, black box e output.
La SEO come “aiuto” per aumentare la qualità di siti e pagine web
L’infrastruttura interna dei motori di ricerca è estremamente complessa, ma chi si occupa di SEO (Search Engine Optimization) non deve necessariamente comprenderne ogni dettaglio tecnico.
L’aspetto fondamentale è capire quali strategie aiutino gli algoritmi a classificare al meglio un sito o una pagina web.
L’obiettivo della SEO è migliorare la pertinenza di un documento rispetto ad una determinata ricerca, ottimizzando i contenuti affinché rispondano in modo efficace all’intento d ricerca dell’utente.
Questo processo non solo favorisce il posizionamento nei risultati di ricerca, ma contribuisce anche a migliorare la qualità complessiva delle pagine e dei siti web, rendendoli più utili e accessibili.
Fare SEO può aiutare a creare un internet “migliore”.
La SEO, quella orientata all’utente, cioè quella che mira a soddisfare al meglio un intento di ricerca fornendo soluzioni pertinenti e di qualità, è un valore aggiunto per tutti. Non per niente è una disciplina “cugina” della UX.
Quando applicata correttamente, la SEO può migliorare l’esperienza di ricerca all’interno dei motori e facilitare l’accesso alle informazioni più utili agli utenti.
Per fare un esempio pratico, quando la SEO è fatta per aiutare un documento web a migliorare la propria qualità, o per comunicare meglio le sue reali caratteristiche, allora diventa una SEO utile anche per gli altri, al servizio dell’utente.
Una nuova definizione di SEO
Ho dato tante definizioni della SEO, perché vederla da più angolazioni mi aiuta a capirla meglio, a spiegarla meglio, a capire come si evolve meglio.
Il consulente SEO deve capire come aiutare gli algoritmi, fornendo il contenuto della qualità migliore possibile, organizzato nel modo migliore possibile: così come si evolvono gli algoritmi dei motori di ricerca dobbiamo evolvere la nostra SEO.
Definirla in modi diversi ci aiuta a prevedere le direzioni che prenderà la “SEO del futuro”.
“la SEO è comunicare meglio con gli altri, raccontarsi in maniera più efficace, aiutare a capire meglio: è migliorarsi e rispondere guardando tutti i lati di una conversazione.
La SEO è dare risposte concrete e utili, è un discorso fra scrittore, lettore e crawler, che permette di organizzare il miglior manuale possibile sull’intento di ricerca verso cui si lavora”
Le risposte dell’algoritmo di un motore di ricerca alle modifiche di un sito web possono essere viste come uno degli alleati principali per giudicare la qualità della comunicazione online, la sua chiarezza e la sua completezza: sono indicazioni preziose che possono supportare anche altri aspetti del marketing, non solo online.
Pensare alla SEO di un brand può aiutare ad aumentarne il valore?
“La SEO per un brand è comunicare meglio con gli altri, raccontarsi in maniera più efficace, aiutare a capire e capirsi meglio, migliorarsi e rispondere cercando di capire tutti i lati della conversazione con utente, sito, brand e motore di ricerca, è dare risposte concrete e utili, un discorso fra azienda e cliente, è l’organizzazione del miglior manuale possibile per le proprie buyer persona“.
Rispondere alla domanda “che cos’è la SEO?” e “quali sono i segnali di qualità per la SEO?” è un ottimo modo per ripensare le proprie visioni e riadattare il proprio modello, anche di business.
Le “keyword research“, ad esempio, ovvero i processi di ricerca delle “parole chiave” legate ad un interesse di ricerca specifico, possono essere un ottimo modo per aiutarvi a “dialogare” con i consumatori del vostro prodotto o servizio e riconsiderare i diversi lati che possono migliorarlo, aumentando la soddisfazione dei clienti e anticipando i loro bisogni, aggiungendo valore alla vostra azienda e ai vostri prodotti o servizi.
Fare SEO per un brand significa anche cercare opinioni e recensioni sul prodotto/servizio aziendale, scoprendo meglio le difficoltà e le richieste dei clienti, per riportare soluzioni e risposte sulle pagine web.
Questo è solo uno degli aspetti con i quali la SEO può aiutare un brand a migliorare e portare verso un aumento del proprio valore.
Dietro a gruppi di clienti si nascondono gruppi di persone, che ogni giorno usano internet e incontrano aziende online con i motivi e percorsi più diversi: migliorare la SEO significa anche migliorare il proprio dialogo con le persone e arrivare a capire meglio i “perché” che li spingono a cercarvi online.
Certo, la SEO è solo una piccola parte delle politiche di posizionamento del brand.
D’altro canto però, le torte sono “tagliate in piccole fette” di solito, e non si può dire di aver finito una torta senza averle mangiate tutte.
Altri contenuti da leggere: